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La CARITAS Parrocchiale S. Maria del Perpetuo Soccorso partecipa al Programma di Aiuti Europei agli Indigenti (PO I FEAD) in qualità di Organizzazione partner Territoriale (OpT), provvedendo all’accoglienza ed ascolto di persone in condizione di bisogno ed alla distribuzione di aiuti alimentari cofinanziati dal Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti (FEAD), con il tramite della “Fondazione Banco Alimentare Emilia Romagna Onlus”, organizzazione partner Capofila.
Nell’anno 2021 l’OpT “Caritas Parrocchiale S. Maria del Perpetuo Soccorso” ha sostenuto n. 42 persone
in condizione di grave disagio materiale distribuendo n. 202 pacchi alimentari famigliari per un totale
di 1589 Chilogrammi di alimenti, finanziati dal PO I FEAD, corrispondenti a circa il 45% del volume
totale dei prodotti alimentari dispensati
Nell’anno 2022 l’OpT “Caritas Parrocchiale S. Maria del Perpetuo Soccorso” ha sostenuto n. 33 persone in condizione di grave disagio materiale, distribuendo n. 181 pacchi alimentari familiari per un totale di 1487 Chilogrammi di alimenti finanziati dal PO I FEAD, corrispondenti a circa il 42% del volume totale dei prodotti alimentari dispensati.
28/08/2023 Bonifico Caritas Diocesana di euro 500
12/09/2023 Bonifico Caritas Italiana Terremoto Marocco di euro 500
26/09/2023 Bonifico a favore di Associazione Sanitaria Internazionale ASI di euro 500
06/10/2023 Bonifico a favore della Caritas Diocesana di euro 800
10.10.2023 Bonifico a favore del monastero delle Clarisse per vendita icone di euro 550
28.12.2023 Bonifico a favore di Arcidiocesi Ferrara Avvento di fraternità di euro 600
17.03.2024 Bonifico a favore della Caritas Diocesana di euro 500 in occasione della giornata diocesana della carità
F.A.C. Fraterno Aiuto Cristiano
F.A.C. Fraterno Aiuto Cristiano |
Il F.A.C. venne istituito circa 45 anni fa nella nostra parrocchia da una bella intuizione del parroco don Piero Tollini, con lo scopo di aiutare persone e famiglie in difficoltà. Questa iniziativa venne successivamente sostenuta per 25 anni da don Lino Faggioli. |
Ora il nuovo parroco don Roberto Solera desidera continuare a sostenere e diffondere il F.A.C. nella comunità parrocchiale. |
Chi aderisce al F.A.C. si impegna a versare un contributo volontario (stabilito liberamente secondo le proprie possibilità) all’inizio di ogni mese tramite bonifico bancario o direttamente al sacerdote. Don Piero aveva pensato che, anche un piccolo contributo, ma dato con costanza, ogni mese, da più persone avrebbe dato alla parrocchia la certezza di potersi accollare situazioni di difficoltà, garantendo costantemente un aiuto. |
Attualmente la Caritas parrocchiale assiste una trentina di persone, di cui 5 bambini ( tutti residenti nella nostra parrocchia), che sono tenuti a presentare annualmente il modello ISEE al fine di valutare correttamente la loro situazione economica. Grazie al contributo del Banco alimentare la Caritas parrocchiale consegna loro una spesa in alimenti una volta al mese. Negli ultimi anni, non sempre l’aiuto del Banco alimentare è sufficiente per poter garantire una spesa dignitosa agli assistiti, perciò la parrocchia integra acquistando alimenti con il fondo F.A.C. |
Don Roberto, inoltre propone di donare l’intera somma raccolta mensilmente col Fraterno Aiuto Cristiano, nell’arco del mese stesso. Soddisfatte le necessità di aiuto all’interno della parrocchia, la cifra rimanente viene devoluta alla mensa della Caritas diocesana che sta vivendo un momento di grande difficoltà o offerta alla Caritas italiana per far fronte a situazioni di emergenza da essa individuate ( es. dal fondo F.A.C. di gennaio 2023 abbiamo devoluto 200 euro per l’emergenza terremoto in Turchia e Siria). |
La parrocchia si impegna a rendere pubblico a fine anno un bilancio delle entrate e uscite del F.A.C. Chi volesse aderire a questa iniziativa può comunicarlo in sacrestia al sacerdote dopo le sante messe. |
IBAN : IT75N0303213006010000580323 presso CREDEM causale: F.A.C. / cognome ( es. F.A.C. / Rossi) |
Riportiamo un breve scritto tratto dal testo “Gli anni di Borgo Punta “ di don Piero Tollini, dove parla del F.A.C. |
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Ascolta i podcast della Laudato sì
Esortazione Apostolica Laudate Deum - 4 Ottobre 2023
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Via crucis passata 2023
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RIAPRE L’ORATORIO!
orario dal 16 settembre 2023
In principio Don Bosco creò l’ Oratorio.
Lo chiamò, per lungo tempo, con una parola semplice e diretta: “catechismo”.
Per il “Santo dei giovani” l’ Oratorio voleva essere il luogo dove i giovani e i ragazzi, spesso lasciati al proprio destino e drammaticamente a rischio, potessero trovare dei PADRI che si prendevano a cuore la “salvezza” dei figli. In un clima di autentica “famiglia”: luogo dove ci si accoglie, ci si stima, ci si difende, ci si aiuta a crescere insieme, ci si ama, ci si perdona, ci si orienta con passione verso gli stessi ideali, considerati vitali ed essenziali.
E quando questa tensione verso le realtà più grandi ed eccellenti trova il livello più alto e riuscito della sua espressione, allora ci si accorge di esserci incontrati con Dio.
Così è la Famiglia. Così è l’Oratorio.
Luogo dove si sperimenta l’Amore.
L’Amore sa accogliere, difendere, far crescere, maturare, rendere felici…
L’Amore porta a perdere se stessi perché gli altri si sentano pieni di vita.
Così è l’ Oratorio.
Come per Don Bosco, è il luogo dove una Comunità cristiana, veramente matura e adulta (è “padre” e “madre”), offre il meglio del proprio impegno per aiutare le nuove generazioni (i propri “figli”) a realizzare, in pienezza e con successo, la propria vita.
Si è “genitori” quando si genera, negli altri, la Vita.
San Giovanni Bosco: storia del parroco che ha inventato l'oratorio
Soprannominato il "giullare di Dio", fondatore dei Salesiani e della congregazione femminile delle figlie di Maria Ausiliatrice è considerato il Santo dei giovani.
«Padre e maestro della gioventù», così Papa Giovanni Paolo II ha definito San Giovanni Bosco il 31 gennaio 1988, giorno in cui si celebra la sua memoria. Al sacerdote, fondatore dei Salesiani e della congregazione femminile delle figlie di Maria Ausiliatrice, si attribuisce l’invenzione dell'oratorio. Nasce nel 1815 in una povera famiglia contadina di Becchi, una frazione del piccolo comune in provincia di Asti che oggi prende il suo nome: Castelnuovo Don Bosco. Il "giullare di Dio" muore a Torino il 31 gennaio 1888 per logoramento ed è celebre la risposta che dà al medico che gli consiglia di riposare: «La ringrazio, dottore, ma è l’unica medicina che non posso prendere».
L'oratorio
Dotato di una memoria eccezionale, inizia sin da bambino a intrattenere i suoi coetanei al termine della messa. Ripete perfettamente la predica appena ascoltata dal parroco e l'accompagna a giochi e acrobazie apprese dai giullari alle fiere di paese. A vent'anni entra in seminario a Chieri e nel 1841 diventa sacerdote per poi trasferirsi a Torino. Nel capoluogo piemontese prende forma il primo oratorio dopo l'incontro con un giovane muratore che era stato maltrattato dal sacrista perché non sapeva servire la messa. Don Bosco lo ascolta e lo invita a tornare a trovarlo in compagnia dei suoi amici. All'inizio, i ragazzi si incontrano nell'Ospedaletto di Santa Filomena dedicato alle bambine disabili. Il luogo era nato su iniziativa di Giulia Colbert, la marchesa di Barolo che assume Don Bosco come secondo cappellano di un'altra struttura da lei fondata per favorire il reinserimento di ex detenute e l'assistenza di ragazze di strada. La missione di Don Bosco diventa intrattenere i ragazzi tenendoli lontani dalle cattive frequentazioni, aiutandoli a trovare un lavoro o facendo da maestro ai più dotati.